L’arte greca

L’arte greca

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Per arte greca si intende l’arte della Grecia antica, cioè di quelle popolazioni di lingua ellenica che abitarono una vasta area, comprendente la penisola ellenica, le isole egee e ioniche e le colonie fondate in Asia Minore, sul mar Nero, nell’Italia meridionale e insulare e, nella fase più tarda, nelle regioni conquistate da Alessandro Magno (conosciuto anche come Alessandro il Macedone), in particolare nella Fenicia, nell’Egitto e nell’Anatolia (l’attuale Turchia).
Essa ha esercitato un’enorme influenza culturale in alcune aree geografiche dal mondo antico fino ai nostri giorni. In Occidente ebbe un forte influsso sull’arte romana imperiale e in Oriente le conquiste di Alessandro Magno avviarono un lungo periodo di scambi tra le culture della Grecia, dell’Asia centrale e dell’India (arte greco-buddista del Gandhāra), con propaggini addirittura in Giappone. A partire dal Rinascimento, in Europa l’estetica e l’alta capacità tecnica dell’arte classica (l’arte greca e la sua continuazione nell’arte romana) ispirarono generazioni di artisti e dominarono l’arte occidentale fino al XIX secolo.
Col Neoclassicismo, nato da una serie di fortunate scoperte archeologiche, si iniziò a distinguere i contributi greci classici da quelli romani, ricreando il mito dell’arte ellenica quale traguardo impareggiabile di perfezione formale. I Greci posero sempre la massima attenzione alla ricerca estetica, cercando di trovare in ogni manifestazione artistica il massimo grado di armonia e perfezione formale. Le caratteristiche che distinsero la loro produzione rispetto alle civiltà antiche ad essa precedenti e contemporanee, furono: l’attenzione e l’aderenza al realismo, che in scultura si tradusse in un’osservazione particolare dell’anatomia umana, e in pittura si risolse sia nella ricerca della rappresentazione prospettica dello spazio, sia in quella della resa dei volumi; in architettura la stretta corrispondenza tra forma e funzione, diretta conseguenza di un approccio razionale alla comprensione del mondo e alla conoscenza. Tali raggiungimenti formali, che sono all’origine del classicismo europeo, hanno influito sullo sviluppo successivo del mondo occidentale ad un livello che va ben oltre la storia dell’arte.

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La scultura arcaica
Nella scultura greca arcaica, tipo di statua, con testa, mani e piedi di pietra o marmo o avorio, e il resto del corpo di legno, nascosto dal panneggio. Sorse come uno sviluppo dello xòanon ligneo (antico simulacro, in cui l’immagine è squadrata, quasi ricavata da un tronco d’albero piallato e sfaccettato) e durò fino all’età romana, per statue colossali.
Nel periodo arcaico l’uomo è il soggetto più raffigurato dagli antichi artisti greci. Tipiche della scultura arcaica sono i koúroi e le kórai, statue di giovani e fanciulle, raffigurati in piedi, dipinte con colori brillanti per ornare santuari e tombe. Li caratterizzano una forma semplice e squadrata, un sorriso innaturale e qualche volta enigmatico.

La scultura classica
Dal V secolo a.C. gli artisti riescono a dare alla figura umana più armonia e movimento. I grandi scultori del V secolo a.C. (Mirone, Policleto, Fidia) e del IV secolo a.C. (Skopas, Prassitele, Lisippo) studiano scrupolosamente la fisionomia dei volti e esaltano la perfezione della muscolatura.

La scultura ellenistica
Gli scultori rendono ancora più realistico l’aspetto delle figure, esprimendo con le loro opere sentimenti e emozioni. Tra le sculture più significative del periodo si ricordano la Venere di Milo, il Laocoonte, la Nike di Samotracia.

La pittura vascolare greca
Nella storia dell’arte greca, decorazione pittorica dei vasi, che ebbe una straordinaria fioritura artistica nel periodo classico. Attraverso la testimonianza della p.v. si è tentato di integrare le poche conoscenze disponibili sulla pittura parietale, per la gran parte perduta e dunque ignota. Nella p.v. si era raggiunto un insuperato livello estetico nella tecnica a figure nere e a figure rosse, con una ricca serie di forme e di tipi di perfetto rigore geometrico, di organica armonia funzionale, di grande gusto decorativo.
Sono pervenute pochissime opere di pittura greca. Conosciamo però i nomi dei più rinomati pittori: Polignoto, per la capacità di dare espressione ai volti; Zeusi, per il morbido chiaroscuro; Parrasio, per la capacità di rappresentare la profondità dello spazio; Apelle, ritrattista al servizio di Alessandro Magno e abile pittore naturalistico.
La produzione decorativa su ceramiche è invece testimoniata da numerosi ritrovamenti in tutta l’area del Mediterraneo. Sono vasi di tutte le dimensioni usati come contenitori per liquidi, brocche, coppe per bere, vasi a cratere per mescolare vino e acqua, anfore per l’acqua o per l’olio.
Inizialmente si adottò uno stile geometrico (900 a.C.), con decorazioni squadrate, a cerchi, a zig-zag lungo tutta la superficie del vaso.
Intorno all’800, 900 a.C. si introdussero motivi floreali e vegetali, per l’influenza del Vicino Oriente, e la figura umana.
Nei secoli VII e VI a.C. si consolida lo stile a figure nere dipinte sul fondo rosso dell’argilla cotta. I particolari sono ottenuti incidendo con una punta di metallo la vernice nera. In questa fase si descrivono temi a carattere mitologico.
Dalla fine del VI secolo alla fine del IV secolo a.C. si delinea lo stile a figure rosse su fondo nero. La superficie del vaso è rivestita di vernice nera, lasciando scoperte le figure, che mantengono il colore rosso dell’argilla cotta. Con un sottile pennello sono poi completati i particolari.

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